Musei gratuiti

Musei e parchi archeologici gratis per i docenti.

 

Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con decreto n. 111 del 14 aprile 2016 ha introdotto una modifica all’art. 4, comma 3, del decreto n. 507 dell’11 dicembre 1997, recante le norme per l’istituzione del biglietto d’ingresso ai musei, gallerie, scavi di antichità, parchi e giardini monumentali, relativa all’ingresso gratuito consentito “... al personale docente della scuola, di ruolo o con contratto a termine, dietro esibizione di idonea attestazione rilasciata dalle Istituzioni scolastiche, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, sul modello predisposto dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca".
”.
I docenti, sia di ruolo che a tempo determinato, possono esibire il modello predisposto dal Ministero alle biglietterie dei musei e dei siti, esibendo in contemporanea il proprio documento d'identità per avere dunque l'accesso gratuito. 
Qui sotto potete scaricare la nota del MIUR e il modello da far compilare dalla propria scuola di appartenenza. Nel caso in cui il docente presti servizio in più scuole provvederà l’istituzione scolastica in cui il docente presta servizio il maggior numero di ore.
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Prerequisiti scuola dell'infanzia

A casa e a scuola: potenziare gli apprendimenti matematici fin dalla scuola dell'infanzia (3 - 6/7 anni)

 

Nel bel mezzo del cammin dell'ultimo convegno a cui ho partecipato, il mio pensiero è andato a quale regalino avrei potuto portare a casa ai miei cuccioli. Cuccioli che se la stavano spassando col papà, che allegramente (si spera!) rimboccava loro le coperte e infondeva con amorevole cura cucchiai di medicina per abbassare la febbre, che arriva sempre il minuto prima che la mamma parta.

Il mio animo da insegnante e da pedagogista ovviamente prevale e l'occhio cade su una quantità di materiali e di libri meravigliosi tra i quali è difficile scegliere. Dopo una dura lotta con me stessa, per non portare a casa tutta l'esposizione, ecco l'ispirazione!

 

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Bullismo? No grazie!

Bullismo? No grazie!

 

"Mamma, perchè i miei compagni mi hanno tolta dal gruppo di Watts App? Cosa ho fatto?".  "Papà, mamma, perchè nessuno mi invita alla sua festa?".

E' possibile che prima o poi uno dei nostri figli si ritrovi in una situazione simile, ed è fondamentale saper rispondere a queste domande nel giusto modo.

Un gesto, una parola, una offesa virtuale o reale ... è importante distinguere tra prepotenza e bullismo.


Quando possiamo parlare di bullismo?

 

Il bullismo è una forma di comportamento aggressivo con caratteristiche peculiari e distintive, sulle quali c’è un vasto consenso a livello internazionale. Nel testo Bullismo: le azioni efficaci della scuola. Percorsi italiani alla prevenzione e all'intervento si possono trovare alcune indicazioni sui segnali di disagio degli studenti, utili per gli insegnanti, e delle proposte di intervento per lavorare sul riconoscimento e sulla prevenzione del bullismo.

 

 

 

Ma vediamo di capire un pò meglio cosa vuol dire essere un bullo e essere una vittima.

Il bullismo è caratterizzato da tre fattori che permettono di discriminare questo fenomeno da altre forme di comportamento aggressivo e dalle prepotenze. Questi fattori sono:

  • L’intenzionalità: il comportamento aggressivo viene messo in atto volontariamente e consapevolmente
  • La sistematicità: il comportamento aggressivo viene messo in atto più volte e si ripete quindi nel tempo
  • L’asimmetria di potere: tra le parti coinvolte (il bullo e la vittima) c’è una differenza di potere, dovuta alla forza fisica, all’età o alla numerosità quando le aggressioni sono di gruppo. La vittima, in ogni caso, ha difficoltà a difendersi e sperimenta un forte senso di impotenza.

Numerosi studi, hanno identificato diverse forme di bullismo, più o meno esplicite e osservabili, a seconda della tipologia di azioni che vengono messe in atto:

  • Bullismo diretto: comportamenti che utilizzano la forza fisica per nuocere all’altro. In questa categoria sono presenti comportamenti come picchiare, spingere, fare cadere, ecc.
  • Bullismo verbale: comportamenti che utilizzano la parola per arrecare danno alla vittima. Ad, esempio, le offese e le prese in giro insistenti e reiterate
  • Bullismo indiretto: comportamenti non direttamente rivolti alla vittima ma che la danneggiano nell’ambito della relazione con gli altri. Sono comportamenti spesso poco visibili che portano all’esclusione e all’isolamento della vittima attraverso la diffusione di pettegolezzi e dicerie, l’ostracismo e il rifiuto di esaudire le sue richieste. 

All’interno delle scuole il bullismo riguarda tutti gli alunni, e non solo quelli che vi prendono parte in maniera più evidente. I ruoli che possono essere assunti dagli allievi, sono i seguenti:

  • Bullo: chi prende attivamente l’iniziativa nel fare prepotenze ai compagni
  • Aiutante: chi agisce in modo prepotente ma come “seguace” del bullo
  • Sostenitore: chi rinforza il comportamento del bullo, ridendo, incitandolo o semplicemente stando a guardare
  • Difensore: chi prende le difese della vittima consolandola o cercando di far cessare le prepotenze
  • Esterno: chi non fa niente ed evita il coinvolgimento diretto o indiretto in situazione di prepotenza
  • Vittima: chi subisce più spesso le prepotenze.
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Bullismo? No grazie! (seconda parte: interventi)

Dalla parte del bullo e della vittima:                                                come intervenire e prevenire.

 

È prioritario prevedere programmi di prevenzione per promuovere capacità relazionali nel rispetto di sé e degli altri. In particolare, poiché il bullismo è più diffuso e meno grave nelle scuole elementari, è proprio in quest’epoca che è più utile avviare programmi di prevenzione per evitare che il modello di comportamento aggressivo, tipico del bullismo, diventi una modalità preferenziale di relazione tra i ragazzi. Per approfondire cos'è il bullismo clicca qui. Bellissimo questo video da usare a scuola per iniziare a parlare di bullismo.

 

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Maestra da grande voglio fare il matematico!

Maestra da grande voglio fare il matematico!

 

Ore 7.50: manca poco al suono della campanella che decreta l'inizio delle lezioni. G. mi rincorre per parlarmi prima di varcare i cancelli della scuola. Ha qualcosa di molto importante da dirmi... "Senti maestra...ho deciso! Da grande voglio fare il matematico!!"

E mi si apre il cuore... queste semplici parole dette dall'alto dei 10 anni di questo alunno mi fanno riflettere. Non importa quanti contenuti trasmettiamo ma quanto riusciamo a trasmettere la passione per la materia, il gusto di scoprire il nuovo, la gioia di imparare.

Quest'anno in modo particolare stiamo lavorando tanto con una matematica per competenze (o almeno ci sto provando!) usando varie attività tratte dal testo  Il laboratorio di... Matematica. Proposte operative per competenze. Classi quarta e quinta della scuola primaria. Con CD-ROM: 2 che trovi qui:

 

I genitori cominciano a chiedersi perchè si fanno poche verifiche, come mai le spiegazioni sui quaderni sembrano presentate in modo "strano", associando magari argomenti diversi.

Io invece porto la riflessione sul fatto che i miei alunni quest'anno sono più felici.

 

 

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Attività natalizie (parte 2)

Cosa proporre ai nostri bambini nel periodo natalizio? (Parte 2)

Ogni anno in questo periodo ritrovo il desiderio di condividere dei momenti con i miei bambini per crescere assieme a loro e gustarmi l'atmosfera del Natale cercando di evitare le corse frenetiche quotidiane. Ecco dunque alcune attività che per noi sono preziose:

- Giochi educativi da chiedere a Babbo Natale
- Labirinti e giochi di Natale
- Libri natalizi
- Film e cartoni natalizi
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Film animazione natalizi (parte 1)

Quali film vedere coi nostri bambini nel periodo natalizio?

Film e cartoni

Oggi vi presento alcuni film d'animazione adatti ai più piccoli. Alcune proposte che ritengo siano proprio da inserire nella "biblioteca digitale" di ogni famiglia attenta a ciò che i propri figli guardano sullo schermo TV. Naturalmente esistono molti altri dvd sul tema ma questi sono stati selezionati personalmente dai miei due critici cinematografici preferiti. Nel prossimo articolo vi metterò le proposte per i più grandi.


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Il pedagogista clinico

BOLLE DI PEDAGOGIA CLINICA

 

Alcune persone mi hanno chiesto informazioni sulla mia professione di pedagogista clinico. E così, usando le “bolle pedagogiche” che mi evocano la mia infanzia, epoca in cui già ponevo io stessa molte domande,  ho riassunto qui le varie richieste che mi sono state poste.

 

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Parliamo di ....diversità!

Parliamo di...diversità

 

 

Parliamo coi bambini e non ai bambini. Spesso sono loro, infatti, che ci riportano vere perle di saggezza. Lasciamoli fare domande, dare risposte che non devono per forza avere un senso per noi, stimoliamoli a pensare, a elaborare nel loro curioso modo le informazioni. Possiamo anche affrontare temi importanti e delicati, come la diversità.

 


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La sua storia inizia dalle tue parole.

La sua storia inizia dalle tue parole.


Leggiamo, leggiamo, leggiamo! La lettura fa bene, fa bene a noi adulti e fa bene leggere ad alta voce ai bambini, fin da piccolissimi e non solo ai neonati ma anche alle piccole creature che si stanno sviluppando nel grembo della loro mamma.

 

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